Apicoltura, Storie professionali

Settore dell’apicoltura, il racconto di due apicoltori

Incontro con Apicoltura Torinese

Particolarmente legata alla regione Piemonte, sono felice di condividere il racconto di un’azienda agricola torinese. Oggi, incontriamo Marco e Francesco, fondatori di Apicoltura Torinese e proprietari dell’azienda agricola. Sono una fonte di informazioni sul mercato apicolo in Italia e condividono con noi il loro sguardo critico sul settore spiegando la loro attività. Un lavoro di ampio respiro per unire qualità del miele e sviluppo commerciale. La loro passione e determinazione si risentono durante tutto il nostro scambio.

Ecco il sommario

Il settore apicolo in Italia
Il mercato del miele all’internazionale
Il mercato del miele biologico
La concorrenza tra produttori di miele
Le origini di Apicoltura Torinese
Sviluppo e strategia commerciale
L’evoluzione dell’azienda agricola
I progetti futuri di Apicoltura Torinese

Il settore apicolo in Italia raccontato da Marco e Francesco

Per riprendere le loro parole: “partiamo dalle note dolenti”. Mi spiegano che il settore apicolo è un settore in grande difficoltà e non è possibile identificare una causa sola. “Possiamo però riassumere in un singolo concetto il risultato di tutte queste avversità: l’aleatorietà della produzione”.

Negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda alcune fioriture, fondamentali nell’economia di un’azienda apistica (vd. Acacia), i raccolti non solo sono molto ridotti rispetto al passato, ma è anche praticamente impossibile prevederne l’entità. Dunque, andando ad analizzare più nel profondo le possibili cause di questa aleatorietà produttiva, dobbiamo innanzitutto prendere in considerazione i cambiamenti climatici che agiscono su fioriture e produzione. Marco aggiunge che l’inquinamento ambientale e l’errato sfruttamento della risorsa terra sono delle cause da prendere in considerazione.

“Le politiche di urbanizzazione, le tecniche di agricoltura intensiva, incluso l’utilizzo di fitofarmaci ed erbicidi, sono una grave minaccia per la biodiversità e per la salute degli insetti che contribuiscono al suo mantenimento.”

Gli apicoltori italiani sono in una fase di transizione e quindi di incertezza operativa. Quanto studiato finora e le tecniche di allevamento consolidate rappresentano un sapere teorico e scientifico fondamentale, ma una volta apprese devono essere ripensate e riadattate per rispondere alle difficili e inedite sfide del presente. Per rispondere a queste esigenze, i due apicoltori precisano che l’aiuto potrebbe arrivare dalla ricerca universitaria e dalla collaborazione tra associazioni di settore e singoli produttori.

Il mercato del miele al livello internazionale

Il mercato del miele a livello internazionale è in crescita e il paradosso è che con la richiesta aumenta anche la produzione sebbene i dati evidenzino un drastico calo di colonie apistiche e allevamenti. Evidentemente, molta della domanda viene soddisfatta in maniera fraudolenta ma si tratta soprattutto di prodotto destinato alla trasformazione e all’industria alimentare.

In Italia, il consumo del miele è in aumento, per soddisfare la domanda si ricorre all’offerta estera importando più del 50% della domanda totale. L’importazione non è dovuta solo alla mancanza di produzione interna, ma anche a questioni economiche: il miele straniero ha prezzi bassissimi. “Nessuno in Italia potrebbe tenere sperando di sopravvivere.”

D’altra parte, è anche vero che ultimamente una maggiore attenzione al prodotto e alla qualità del cibo sembrano riguardare una fetta maggiore e crescente di popolazione e pare che insistere su qualità e tracciabilità permetta effettivamente di erodere parte della fetta di mercato di importazione.

Un’informazione importante che potrebbe confermare questa tendenza: “Negli ultimi tre anni, le grandi cooperative e i grandi acquirenti in Italia acquistano quasi esclusivamente miele biologico poiché hanno parecchio miele convenzionale invenduto ancora dagli anni precedenti.”

Il mercato del miele biologico

La crescita del mercato biologico, Marco e Francesco mi confermano questa tendenza. In effetti, mi spiegano che non hanno difficoltà a piazzare i loro prodotti sul mercato. Ovviamente questo significa costi molto maggiori per garantire sempre una qualità certificata, margini di guadagno minori e tanto lavoro di comunicazione per far apprezzare e comprendere questa qualità a una fetta sempre più ampia di consumatori.

Apicoltura Torinese ha due target, da una parte i consumatori (BtoC): una clientela interessata alla qualità del prodotto che cerca soprattutto una persona di riferimento che possa guidarla nella scelta di miele.

Dall’altra parte, il target professionale (BtoB), dove la scelta si basa su un punto di vista più prettamente economico. Per i rivenditori, la cura del packaging rappresenta un grande valore e prestano attenzione ai particolari che permettono di differenziarsi dalla concorrenza.

Concorrenza tra produttori di miele

Tra piccoli produttori di qualità non esiste una vera e propria concorrenza: il mercato, per le ragioni che Marco e Francesco hanno spiegato prima, è in grado di accogliere tutti, il grosso scoglio è uscire dalla fascia “miele del contadino-mercati” e posizionarsi in quella successiva. Per farlo è necessario un grande investimento economico e di attenzioni per il prodotto che non tutti sono in grado di fare o hanno intenzione di fare, infatti più qualità vuol dire anche più controlli.

Le origini di Apicoltura Torinese

Dopo aver parlato del mercato dell’apicoltura, interessiamoci ad Apicoltura Torinese nello specifico. Ho voluto capire da dove è nata l’idea e come i due apicoltori sono riusciti a entrare sul mercato del miele.

L’idea dell’apicoltura è venuta da Giacomo (il loro cugino), dai suoi studi universitari e la sua passione per il miele, che hanno rapidamente condiviso. “Quando decise di farne una professione la volontà di iniziare con lui questo viaggio fu subito molto forte. Era l’occasione di mettere su qualcosa di nostro, qualcosa di cui andare fieri in linea con le nostre attenzioni verso l’ambiente ed uno stile di vita più sostenibile.”

Sviluppo e strategia commerciale

I due apicoltori spiegano che la strategia si è formata con il tempo, sono prima partiti con l’idea di concentrarsi sull’ingrosso. Ben presto, si sono accorti che per le quantità prodotte i primi anni, non era la migliore delle scelte. Così, in breve tempo si sono girati verso i rivenditori e la vendita diretta. Un canale di vendita “molto più faticoso, ma anche molto più divertente e soddisfacente”. Alla fine, era il canale anche più in linea con la loro voglia di fare qualità e condividere la cultura dell’apicoltura con i consumatori.

I loro rivenditori sono principalmente piccole attività come enoteche, pasticcerie, macellerie e altre realtà interessate a prodotti originali e di curati. Poi, nel 2019, hanno deciso di aprire un punto di vendita Apicoltura Torinese a Collegno, provincia di Torino, ristrutturando il loro laboratorio. Così, hanno creato un luogo di incontro con la clientela.

L’evoluzione dell’azienda agricola, dalla creazione a oggi

I tre primi anni sono stati dedicati a rendere perenne la produzione e la vendita attraverso i rivenditori e in vendita diretta, in particolare grazie all’organizzazione di eventi di degustazione. A partire dal terzo anno, complice l’esperienza fatta in eventi e incontri con il pubblico, hanno deciso di investire maggiormente sul laboratorio e sulla vendita diretta. La loro idea: creare un piccolo negozio in cui i clienti potessero trovare i prodotti Apicoltura Torinese insieme ai prodotti di altri agricoltori piemontesi.

Questa collaborazione permette di organizzare incontri e degustazioni mettendo in dialogo diversi cibi e diversi produttori. 2021 è il quinto anno di attività e ora stanno aspettando di poter inaugurare la loro bottega chiamata: Bottega Agricola.

I progetti futuri

Marco e Francesco sono determinati e dinamici, e mi raccontano la loro strategia di sviluppo per il futuro. La loro volontà è far crescere la Bottega Agricola, investire su queste due anime aziendali mantenendo gli standard qualitativi. Non vogliono aumentare le produzioni apistiche, preferiscono piuttosto introdurre nuovi prodotti, frutto di collaborazioni, come Idromele, Birra al miele, creme di nocciole e altri.

Quando vi dicevo che sono determinati! Nonostante la situazione covid, sono più motivati che mai a continuare. Sempre tante idee da sviluppare! Ma è sempre stato così facile?

Sono partiti da zero e hanno costruito, in qualche anno, un’azienda agricola. Orgogliosi di ciò che hanno compiuto, ci hanno messo tutta la loro energia e hanno dovuto imparare tante cose ben lontane dal lavoro di apicoltore. Francesco mi dice “ci è costato lunghe notti insonni”. Il loro più grande orgoglio è di poter ancora parlare di futuro e di progetti per la loro azienda.

Punto Comunica Coltura: Un elemento importante quando si costruisce un’attività, è prendere del tempo per analizzare gli errori fatti. La definizione del business plan è una tappa fondamentale quando si avvia un’attività commerciale ed è importante impiegare il giusto tempo per costruirlo e confrontarlo con la realtà. Posso solo incoraggiare a rivolgersi a dei professionisti per essere sicuri di andare nella direzione giusta.

Il paragrafo conclusivo

L’avrai capito, Marco e Francesco sono dei chiacchieroni! Mi hanno dato molte informazioni che non potevo tenere soltanto per me e, devo ammetterlo, anche io non scherzo nel chiacchierare e fare delle domande. In tutta trasparenza, hanno condiviso con me la loro visione del mercato dell’apicoltura, il loro percorso e i loro progetti. Li ho conosciuti a una degustazione di miele a Torino, inizio 2020, raccontavano il loro mestiere e i loro prodotti con una passione tale che mi hanno incuriosita. Ho voluto saperne di più sul settore apicolo e sono andata a scoprire Apicoltura Torinese dall’interno.
Spero che questo articolo sull’apicoltura ti sia piaciuto e non esitare a condividere la tua esperienza nei commenti sotto.