La parola alle donne che lavorano nel settore agricolo!
Sei donne con mestieri e percorsi diversi – Intervista
Dall’inizio della mia carriera professionale, ho incontrato molte donne che lavorano nell’agricoltura. Che siano agricoltrici, consulenti tecniche, responsabili dello sviluppo, il mondo agricolo è vasto e le imprese sono di tutte le dimensioni! Per quanto mi riguarda, sono arrivata nell’agricoltura un po’ per caso: da una formazione generalista, è grazie alle opportunità professionali che sono approdata nel settore agricolo. E con questa riflessione, ho avuto l’idea di scrivere un articolo e chiedere a sei donne che lavorano nell’agricoltura qual è stato il loro percorso, le difficoltà incontrate e i loro consigli!
Con Célia, abbiamo quindi contattato sei donne che occupano diverse posizioni nel settore agricolo: Elodie Bottarel, Laurence Cormier, Eva Garre, Karène Bruneau, Gwladys Artus e Gwénaëlle Bailhache.
Focus sui mestieri e le carriere di queste donne di talento
Eva Garre è consulente degli allevatori di bovini e dei promotori di progetti da 10 anni, prima come dipendente e da un anno in proprio (Eva en Élevage). Offre anche corsi di formazione agli studenti in agricoltura, dal livello BPREA (il livello minimo per poter essere alla testa di un’azienda agricola in Francia) all’ingegnere. Ha deciso di lasciare il lavoro salariato per diventare consulente indipendente. Eva ci spiega che nel corso del tempo ha sviluppato questa volontà di mettersi in proprio per essere libera di scegliere i propri clienti e creare la propria “dinamica di lavoro” con loro. Oggi si trova a Pluneret, nel Morbihan, in Bretagna (Francia).
Gwénaëlle Bailhache è agricoltrice in una azienda agricola lattiera, associata in GAEC (un’impresa comune in Francia) con suo marito da 10 anni (GAEC Les Grandes Mares). A seguito della chiusura di uno dei loro laboratori di cui Gwénaëlle era responsabile, ha intrapreso una seconda attività professionale come assistente amministrativa, contabile e servizio di redazione. Così, lavora a tempo pieno: «terzo tempo con i piedi negli stivali e il resto davanti al computer ». E ha lavorato nel settore agricolo per 20 anni.
Elodie Bottarel è capo prodotto pomodoro presso la ditta sementiera HM. CLAUSE da 6 anni e ingegnere agronomo della scuola agricola di Purpan (Tolosa). In precedenza, ha lavorato come operaia agricola nei vigneti, nei frutteti e poi in missioni di ricerca di mercato per le grandi colture a livello internazionale.
Gwladys Artus è consulente e formatrice all’interno della rete Motival, affianca sul campo i gruppi della distribuzione agricola e agro fornitori.
Karène Bruneau è responsabile dell’eccellenza commerciale e del marketing operativo presso Syngenta, ditta sementiera, e lavora nel settore agricolo da 24 anni. Ha iniziato la sua carriera come commerciale sul campo presso gli agricoltori e i distributori. Ha poi fatto la negoziazione commerciale con la distribuzione e, successivamente è stata manager di un gruppo di 6 addetti alle vendite.
Laurence Cormier è agricoltrice nella produzione di latte come attività principale e alleva mucche da carne come attività secondaria. È in azienda dal 1986, ossia 37 anni (EARL Cormier). Ha deciso di lasciare Parigi quando aveva 22 anni per trasferirsi a Mayenne, in regione Paesi della Loira con suo marito. Prima «invisibile», poi collaboratrice congiunta, nel 2001 diventa co-gestore dell’azienda agricola.
Uno stesso settore di attività ma origini diverse
Nessuna di loro aveva dei genitori agricoltori. Alcune però sono cresciute in ambiente rurale con membri della famiglia che lavorano nel settore agricolo, è il caso di Gwénaëlle e Gwladys. Altre ne sono cresciute proprio lontane, come Eva che ci confida: «Non sono affatto di origine agricola. Vengo da una famiglia di militari, piuttosto dal settore dei servizi segreti (ride) quindi nulla a che vedere!» Karène ed Elodie hanno scoperto il settore agricolo durante i loro studi.
L’agricoltura, un settore di difficile accesso quando non si proviene dall’ambiente?
È la domanda che abbiamo posto a loro e la risposta è mista a seconda dei mestieri di ciascuna. Per Laurence e Gwénaëlle, le nostre due agricoltrici, non è di così facile accesso:
Gwénaëlle ci confida: «tendo sempre ad essere ottimista e quindi a dire che nulla è impossibile finché c’è voglia e motivazione! Ma bisogna comunque riconoscere che partire da zero per diventare agricoltore non è un compito facile… È un ambiente difficile nel quale purtroppo si fanno pochissime concessioni e dove il diritto all’errore è poco permesso. Bisogna dimostrare ancora di più quando non si proviene dall’ambiente agricolo!»
Laurence spiega che «ci è voluto del tempo per essere accettata dalla famiglia e dai dintorni. Non è che non volessero me, era più legato alle mie competenze e le mie conoscenze dal mondo agricolo.»
Per Elodie, Eva e Gwladys non è difficile di per sé, ma «bisogna dimostrarsi motivati, non ci sono problemi a lavorare nel settore agricolo», racconta Elodie. Per Eva, la domanda è più «come ci si arriva» perché non è necessariamente un settore di attività molto conosciuto per quelli che crescono al di fuori dell’ambiente agricolo.
Gwladys pensa che «era fortemente il caso, lo è ancora oggi, ma lo sarà sempre meno». Durante gli appuntamenti con gli agricoltori, ci veniva chiesto «voi siete del settore?» o «i vostri genitori sono agricoltori? Come se si guadagnasse un buon punto nell’essere dell’ambiente agricolo e si perde un punto nell’altro senso». Essa aggiunge che le installazioni al di fuori dell’ambito familiare sono sempre più frequenti e che ciò costituisce una necessità per la ripresa delle aziende agricole. Fortunatamente, ci sono degli esperti che li accompagnano sugli argomenti tecnici.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
Elodie: «Il senso, l’umano e la diversità. Ho la fortuna di poter viaggiare e non c’è routine.»
Eva: «Mi piace concentrarmi sugli agricoltori ed essere al servizio dell’allevatore. La consulenza gli consente di vivere meglio, da un punto economico e anche sulla valorizzazione del loro lavoro e dell’azienda, nonché sul comfort sul lavoro. È la mia motivazione principale. Svolgo attività molto varie: non faccio mai la stessa cosa, a volte succedono cose inaspettate (come gli allevatori che mi chiamano alle 21 perché hanno un problema).»
Gwénaëlle: «È un mestiere fatto di sfide permanenti! Ogni giorno è diverso e pieno di sorprese (a volte anche molto faticoso!). La libertà di organizzazione che mi lascia ogni giorno è ideale per me per la gestione della famiglia, pur permettendomi di svolgere la mia attività come freelance. Mi piace molto anche vedere i miei figli crescere in fattoria. Trascorrono la giornata fuori a giocare e inventarsi avventure.»
Gwladys: «Accompagnare sul campo le squadre della distribuzione agricola o agro-fornitori per una sola missione: creare sempre più valore aggiunto per gli imprenditori agricoli. Lavoriamo insieme ed è emozionante!»
Karène: «Essere a contatto con persone diverse (team di vendita interni, esterni, acquirenti…), doversi adattare ad ogni personalità, imparare ogni giorno, lavorare con persone appassionate, far evolvere le persone, gli anni si susseguono ma non si somigliano, lavorare con il vivente (sementi), il che richiede un adattamento ai contesti climatici.»
Laurence: «Quando sono arrivata nella Mayenne, era per vivere la mia vita e non per subirla. Quindi per me, in quel momento, stavo bene, felice. La mia libertà, la mia voglia di intraprendere erano prioritari. Tutto il contrario se fossi rimasta a Parigi.»
Avete incontrato difficoltà come donne nel settore agricolo?
Il settore agricolo è composto per la maggior parte da uomini e in particolare gli agricoltori, poiché il 75% sono uomini contro solo il 25% per le donne. Così abbiamo cercato di capire cosa spiegasse questa tendenza.
A seconda dei mestieri, la difficoltà incontrata varia. Per le nostre due agricoltrici, Laurence e Gwénaëlle, la risposta è sì!
Gwénaëlle spiega che ancora oggi, molto regolarmente, gli si chiede di vedere il padrone dell’azienda invece di parlargli o fargli delle domande. Laurence conferma che «le difficoltà sono un po’ ogni giorno», non è vista, non sentita, soprattutto nei confronti degli altri agricoltori, dei commerciali, della banca e persino dell’amministrazione.
Laurence ci racconta: «Un piccolo esempio é la posta mandata dagli enti amministrativi, sempre a nome del marito. Mi sono rivolta a chi di dovere perché apparissi sull’intestazione, sulla busta e sulla posta di accompagnamento.». Aggiunge «è nel quotidiano, nascosto insidiosamente senza che nessuno se ne renda conto».
Per le altre intervistate, le risposte sono più contrastanti. Karène ci confida che ha dovuto dimostrare di più di un uomo per essere presa sul serio.
Elodie, da parte sua, non ha incontrato particolari difficoltà, tuttavia spiega che bisogna «saper dare prova di buon senso», ad esempio, adattare il proprio abbigliamento quando si visitano le aziende agricole. Ma lo stesso vale per un uomo che va a trovare agricoltori con scarpe nuove lucidate.
Gwladys non ha l’impressione di incontrare particolari difficoltà, per lei la personalità prevale sul genere. Aggiunge: «Ogni giorno incontro consulenti o tecnici commerciali con i quali si parla dell’argomento. A volte sì, è vero, ci sono storie più complicate con alcuni uomini che hanno mantenuto un’immagine arcaica della donna. Può essere significativo, quindi trovo molto bello poter parlarne insieme e trovare soluzioni se è ancora attuale».
Un consiglio per chi vuole fare il tuo stesso lavoro?
Per concludere, abbiamo voluto sapere se avessero un consiglio da dare ad altre persone che potrebbero essere interessate a fare lo stesso mestiere. Risposte diverse a seconda dei mestieri e delle esperienze, ovviamente:
Elodie: «Non porre dei limiti a sé stessi. Essere donna nell’ambiente agricolo non è un freno. Per me, la chiave è l’adattabilità, la motivazione e l’apertura mentale.»
Karène: «Saper adattarsi, prendere iniziative, essere autonomi e in ascolto»
Gwladys: «Il miglior consiglio è seguire le proprie intuizioni, passare sempre all’azione (piccoli passi) e farlo! Donna o uomo, non importa finché si ha la voglia e la volontà».
Gwénaëlle: «Il primo consiglio che do è di andare sempre a lavorare altrove prima di stabilirsi in un’azienda agricola. Che lo si voglia o no, una volta partiti nel mestiere di agricoltori, ci si ritrova rinchiusi con molte costrizioni da gestire. A seconda dell’organizzazione della fattoria, andare in vacanza o anche nei fine settimana può diventare molto difficile. Una semplice serata tra amici è a volte impossibile o deve essere annullata all’ultimo minuto a causa di un imprevisto…»
Laurence conclude: «Prendere il proprio posto, prendere la parola e non aspettare che ce la diano!»
Eva: «Per chi vuole essere consigliere indipendente, non bisogna mai dimenticare che si lavora al servizio dell’allevatore, è fondamentale!»
Ecco la fine dell’intervista
È stato un piacere raccogliere i racconti di queste sei donne, Elodie, Gwladys, Eva, Laurence, Gwénaëlle e Karène, che ricoprono diverse funzioni nel settore agricolo. Trovale sui social network: Eva Garre, Gwladys Artus, Karène Bruneau, Elodie Bottarel, Gwénaëlle Bailhache, Laurence Cormier. Ringraziamo calorosamente le nostre sei intervistate per la loro partecipazione!
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